Da oltre vent’anni Cester-Impresa si occupa di archeologia preventiva sia mettendo a punto, metodologie condivise... continua
Da oltre vent’anni Cester-Impresa si occupa di archeologia preventiva sia mettendo a punto, metodologie condivise su base nazionale, sia operando direttamente per committenti pubblici e privati.
E' ora in corso il completamento della seconda fase del progetto di archeologia preventiva sul tracciato della futura Autostrada Tirrenica, con la diretta supervisione della Direzione Generale per i Beni archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Per questo genere di attività il Cester-Impresa opera a pieno campo: dagli studi per l’individuazione del rischio archeologico alla progettazione dei piani di tutela, alla musealizzazione e valorizzazione del territorio.
×Nell’ambito delle attività di ricerca Cester-Impresa utilizza le nuove tecnologie nelle analisi predittive, nella documentazione... continua
Nell’ambito delle attività di ricerca il Cester-Impresa utilizza le nuove tecnologie nelle analisi predittive, nella documentazione archeologica, nello studio dei materiali, nella rielaborazione dei dati, e nella loro edizione (cartacea e/o digitale), nei progetti di valorizzazione e musealizzazione.
Cester-Impresa si avvale, in particolare per l'archeologia preventiva, delle più diverse e avanzate tecnologie applicate ai beni culturali e di tutte le strumentazioni utili a:
Trattandosi di un società in cui è coinvolta l’Università, un ruolo importante è occupato dalle attività di formazione... continua
Trattandosi di un società in cui è coinvolta l’Università, un ruolo importante è occupato dalle attività di formazione in campo archeologico, con particolare riguardo all’archeologia preventiva e all’insieme dell’archeologia dei paesaggi, urbani e rurali.
Sono stati organizzati e realizzati negli anni:
I settori di intervento che riguardano l’archeologia subacquea comprendono una serie di attività che spaziano... continua
I settori di intervento che riguardano l’archeologia subacquea comprendono una serie di attività che spaziano dalla realizzazione di studi di impatto fino alle indagini dirette e al recupero e valorizzazione dei reperti.
Sono state condotte, nel tempo, attività differenti quali:
Il desiderio di conoscere per poi valorizzare le numerose testimonianze archeologiche dell’area comunale di Pozzilli denominata “Camerelle”, si deve all’entusiasmo e all’amore per il territorio Molisano della Fondazione Neuromed che ha sostenuto e dato vita a uno specifico progetto.
Dopo alcuni scavi preliminari condotti dalla Soprintendenza Archeologica del Molise, la Fondazione ha richiesto e ottenuto dal Mibac la Concessione per procedere a nuove indagini, anche mediante scavi estensivi. Per queste attività è stata chiesta la collaborazione dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” che, dopo aver coinvolto le forze interne all’Ateneo con particolari esperienze di carattere territoriale (Centro di ricerca, Spin-off, Museo di Archeologia per Roma), ha firmato, con la Fondazione Neuromed, nel dicembre 2016, uno specifico accordo-quadro.
Le indagini sul campo, iniziate il 20 giugno 2017, hanno seguito due filoni paralleli: lo scavo archeologico e le relazioni che le singole preesistenze che man mano venivano alla luce nel corso dello scavo, avevano stabilito con altre presenze coeve i cui resti, non sempre visibili, sono comunque conosciuti, documentati bibliograficamente e sparsi nel territorio circostante. Per questo un ringraziamento sentito va alla Soprintendenza Archeologica del Molise che ha messo a disposizione dell’Università un patrimonio di documenti bibliografici prezioso.
Il Museo di Archeologia Per Roma, ideato e diretto da Andreina Ricci, nasce per raccontare la ricchezza archeologica della periferia romana e il filo storico che la lega al centro della città, attraverso un percorso museale che si snoda lungo 4 sale tematiche.
Nel nome, Museo di archeologia per Roma e nel sottotitolo, Dal centro storico alla città storica c’è l’intento di portare l’attenzione all’archeologia di tutta la città, sulle numerose testimonianze archeologiche distribuite ben oltre il confine delle mura Aureliane che racchiudono il cosiddetto “Centro storico”.
Questo nuovo sguardo, nasce da una lunga esperienza di ricerca. Negli anni Novanta, in occasione di studi realizzati per dotare la città di un nuovo Piano regolatore, furono compiute ricerche ed elaborazioni approfondite sulla distribuzione del patrimonio archeologico su tutto il territorio comunale. Una operazione al termine della quale fu chiaro che era auspicabile uno spostamento di scala passando da un investimento culturale da sempre focalizzato sul centro storico, a tutta la città nel suo insieme: passare dunque da un concetto di centro storico, appunto, a quello di città storica.
In questo quadro si è voluto lanciare un messaggio, progettando questo Museo, e formulare un auspicio: accarezzare la speranza che si rivolga uno sguardo nuovo e più ampio a tutto il patrimonio archeologico romano. Non solo, quindi, rivolgere l’attenzione ai parchi già esistenti quanto piuttosto a quella miriade di resti, anche importanti, distribuiti nella città costruita (giardini, interstizi degli edifici, strade, residui di Agro, ecc.) che versano spesso in stato di abbandono, spesso ignorati, e che richiederebbero una nuova attenzione. Questo approccio rappresenterebbe una svolta qualitativamente importante nelle strategie e nelle ricadute culturali della città.
L’intento del museo è stato quello di creare un luogo che riuscisse a raccontare i risultati di tante ricerche sul campo, ma che potesse anche attrarre l’attenzione del pubblico sul ruolo che l’archeologia potrebbe svolgere come motore di qualificazione culturale della Roma fuori dalle mura, impropriamente considerata, da tanti punti di vista, periferica. Qualche anno fa, si è presentata l’occasione di utilizzare il casale detto “Villa Gentile”, all’interno dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che per le caratteristiche dell’edificio, la vicinanza delle strutture universitarie e la collocazione in un’area verde, recintata e alberata, ben si prestava a ospitare il museo archeologico. Su presentazione di un progetto, è stato vinto un finanziamento per la sua progettazione e realizzazione da Arcus S.p.A. (Mibac).
Il Museo è stato inaugurato a ottobre 2014.
Leggi l'articolo (pdf): Un Museo Archeologico ai margini della città - Bollettino di Archeologia onlin - VII, 2016/1-2.
Online: Museoapr.it -
Facebook -
Twitter -
Instagram -
Linkedin -
Youtube
Fra il 1997 e il 2001 è stata realizzata, per il Comune di Roma, nuovo PRG, la sezione della Carta per la Qualità urbana dedicata alle preesistenze più antiche (dall’età romana a tutto il medievo) visibili sull’intera superficie del territorio comunale. Lo studio è stato finalizzato a evidenziare le potenzialità che i resti archeologici e monumentali potrebbero svolgere per attribuire o riattribuire significato alla città contemporanea nel corso dei processi di trasformazione e di riqualificazione urbana.
Tutte le informazioni e i dati raccolti sono stati inseriti in un Sistema Informativo Geografico (GIS), che è stato integrato con un software appositamente programmato (AVData) che ha permesso di associare informazioni grafiche, fotografiche e video ai dati che, per ciascuna area, sono contenuti nel sistema geografico di riferimento.
Sono stati così raggiunti obiettivi differenti:
Sono stati mappati, georiferiti e documentati tutti i resti visibili nel territorio comunale (ad esclusione delle aree già perimetrate come parchi e fondi chiusi) compresi fra l’età romana e tutto il medioevo. Lo scopo di questo lavoro (frutto di una ricognizione diretta sul terreno dell'intero territorio comunale) è stato quello di:
Tra il 2006 e ill 2010 sono state affidate al Cester le indagini archeologiche preventive alla realizzazione della nuova Città dello Sport situata al margine del Comune di Roma, presso il confine col Comune di Frascati. Le indagini hanno interessato un’area di circa 35 ettari e hanno portato alla luce insediamenti abitativo-produttivi, antichi sistemi di bonifica, strutture idriche, tagliate stradali, necropoli di età romana. Il rinvenimento di tali resti ha consentito comunque, con minime variazioni del progetto, la realizzazione dei primi impianti sportivi.
Lo studio, realizzato fra il 2009 e il 2011, è stato condotto in diretta collaborazione con la Direzione Generale per i Beni archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Le attività hanno riguardato:
E’ ora in corso una seconda fase di lavoro che riguarda la verifica sul campo di quanto emerso nel corso dell'analisi predittiva.